venerdì 2 novembre 2018

Giorgio e Letizia 1


Erano anni che Giorgio lavorava nel campo dell'informatica. Fin da piccolo era sempre stato affascinato da qualsiasi cosa avesse un congegno elettrico nel suo interno, s’immaginava gli elettroni scorrere nei dei giocattoli, che nella loro semplicità' costruttiva degli anni 60', riuscivano ad illuminare una lampadina di un aereo, o muovere i cingoli di un carro armato. Sembrava di vederla, la corrente quando scorreva sulle rotaie della pista elettrica o del trenino.


Col tempo, crescendo, la sua passione si rivolse sempre più ai marchingegni elettronici, complessi ma in ogni modo semplici se paragonati alle macchine d’oggi… Erano anni che girava nei mercatini dell'usato alla ricerca di quel ormai famoso gioco del Ping Pong, che per primo avvicino' gli italiani ai Games.



Con una punta di nostalgia, gli capitava spesso di pensare al vecchio commodore64 o al mitico Sinclair, quanti pomeriggi passati davanti ad una televisione in bianco e nero recuperata in soffitta, sentiva ancora il caldo emanato delle sue valvole, chi si sarà mangiato il povero pac man? Saranno riusciti gli alieni dello Space Invaders a colonizzare la terra?



Quante giornate, consumate, sognando davanti ad un monitor, mentre gli amici se ne andavano al lago in compagnia delle loro ragazze… Ormai all'alba del 20" secolo ogni microprocessore non aveva più segreti per lui, ogni software era conosciuto come le proprie tasche, oramai alla soglia dei 30 anni, era ancora là, davanti ad una macchina. Viveva in un bilocale, ex garçonniere di un suo amico che ormai aveva messo la testa a posto e si era sistemato, standosene tranquillo e felice con due pargoli e una moglie deliziosa.

Era situato appena fuori di un ridente paesino, ed aveva un terrazzo con una stupenda vista a lago, dove Giorgio si rifugiava nei momenti di maggior riflessione. Amori non ne aveva avuti molti, e solo uno era stato davvero importante, ma come tutte le belle cose era finito e lui portava dentro di se una grande amarezza, che riaffiorava ciclicamente quando riguardava le foto che la ritraevano nei momenti felici.

Le sue giornate passavano uguali tutti i giorni, lavorava a casa propria per una software house ed era in pratica così immerso nel suo lavoro che questo lo aiutava a non vivere.



1



Giorgio quel giorno non se la sentiva proprio di andare in città, lui il suo lavoro lo svolgeva a casa, ma la sera prima, una telefonata lo aveva avvisato che doveva presentarsi in sede centrale, per lo studio inerente un nuovo software a quanto pare pure poco interessante. Quel martedì, era caratterizzato da un freddo pungente, l’inverno era ormai alle porte e in quella limpida giornata di sole il lago rifletteva le cime innevate delle montagne.

<<No, cavolo, chissà che traffico che trovo. >> questo fu il primo pensiero di Giorgio quando mise il piede fuori dal letto.

La sua stanza era ancora impregnata dal fumo delle sue Marlboro, era andato a dormire tardi la sera precedente, si può affermare che non ci fosse andato affatto....si era addormentato completamente vestito, con il portatile, ormai scarico, sul cuscino. Tempo di una doccia, la barba e un caffè’ ed era già’ in colonna, direzione la città’… Il Cristal Palace, il grattacielo di Brescia, si stagliava, fiero di se stesso sopra la città avvolta nella nebbia, tipica della giornate invernali di cielo sereno.

<< Chissà se da lassù si vede il sole.....noo cavolo, quel maledetto ascensore....

Perché i grandi palazzi non sono forniti anche di scale?>> queste furono le sue prime impressioni, odiava quel palazzo, e sapeva che ogni volta che ci entrava poi ne usciva con delle grane da risolvere...



<< Ciao Giorgio, come va? >> non ebbe il tempo di mettere il naso all’interno che subito fu aggredito dalla voce squillante di Betty, una simpatica ragazza di 20 anni, con il pallino del piercing.

<< Ciao Betty, tutto bene grazie.>> Betty la trovò, sempre più strana, chissà in quali altre parti del corpo si era fatta infilare anelli e orecchini a brillante, visto che già ne aveva tre che le rovinavano, secondo lui, i lineamenti fini del viso da ragazzina.

<< Il boss dov’è?>>

<<E’ in riunione, ma ti stanno aspettando, attento, hanno delle novità’, e non so se ti piaceranno, da come né parlavano...>>

Elisabetta era una ragazza sveglia, ma un po’ troppo impicciona per i gusti di Giorgio. La classica segretaria che non si fa mai gli affari suoi..

<<okkei, avvisali che sto arrivando>>

La sala riunioni era tutta tappezzata da poster inerenti le pubblicità’ di vari applicativi venduti negli anni, tra i quali ne spiccavano alcuni in cui Giorgio ne era stato il promotore. Arredamento abbastanza pesante, che denotava il cattivo gusto del “boss”, una persona di circa 50 anni, abilissimo nel marketing, ma completamente all’oscuro in fatto di software e hardware, probabilmente pensava che un cd ROM fosse in realtà’ un comodo porta tazze, ma nessuno non aveva mai osato chiedergli cosa ne pensava. L’importante era vendere, non importa se era impossibile creare il programma richiesto, prima si stipulava il contratto, poi si pensava alla sua risoluzione....

In mezzo alla stanza, un enorme tavolo rettangolare, con lui, Giacomo, a capotavola.

<<Vieni Giorgio, ti stavamo aspettando, e sei pure in leggero ritardo>>

Nessun commento:

Posta un commento

Colui che raccontò la grazia

Dedico volentieri questo post alla pubblicazione di questo libro edito da Cittadella. Il libro del collega e amico Mauro che aiuta a ...