martedì 13 novembre 2018

Giorgio e Letizia 4


Era ormai sera, Giorgio ne aveva avute abbastanza per quel giorno, e al ritorno si fermo in una località’ vicina, non valeva la pena di tornare a casa presto, tanto non sarebbe andato avanti con nessun lavoro, anzi, poteva anche buttare tutto quello chelo aveva impegnato intere notti per varie settimane.
Ora, sarebbe dovuto andare a casa solo con l’intento di perdere tempo cercando di capire cosa erano ste “chat”, quindi tanto valeva fermarsi a cena in quel locale carino, dove facevano delle deliziose lasagne al pesto. Una buona bottiglia, e poi a nanna, deciso di recuperare un poco le ore di sonno perse.

Il locale era semivuoto, solo un paio di coppiette, probabilmente fidanzati, che stavano cenando, pregustando già quale sarebbe stato poi il dolce. Si poteva notare dagli sguardi, da come si parlavano, da come si muovevano. Fu colto da una strana tristezza, decise di andarsi a bere il caffè a casa, e si avvio.
Piazzale Roma, d’inverno è abbastanza sgombro, si vede che i turisti cominciano a sentire il freddo, e l’umidità aiuta a tenere lontani per un po’ gli scocciatori.
Sarebbe durata ancora per poco, mancava solo una settimana a natale, e mancava solo che mettessero lucine intermittenti sul ponte dei Sospiri, e a quel punto tutta la città’ sarebbe stata al completo.
GianLuca era già’ in auto ad aspettare gli altri e li vedeva avvicinarsi, in genere erano tutti abbastanza puntuali, Maurizio stava scendendo ora dal battello, mentre Ivan e Annalisa ero vicini all’auto abbracciati, in cerca di un po’ di calore in quella fredda serata.
<< Dai ragazzi, salite, Letizia sarà’ sicuramente in ritardo.....>>
Letizia era sul battello, da casa sua alla terraferma, c’erano circa 10 minuti di strada a piedi, ma non se la sentiva con quel freddo, aveva preferito per un mezzo più comodo.
Odiava arrivare in ritardo, le costava sempre un sacco di rimproveri da parte di tutti, ma non riusciva mai a essere puntuale, ogni volta che usciva da casa si accorgeva di aver dimenticato qualcosa, anche quella sera successe, ed, infatti, era già in strada quando si ricordò di non aver sfamato Birillo, il suo dolcissimo Siamese di quattro anni.
Se ne stava lì, seduta in fondo alla barca, con la mente svuotata da ogni pensiero, si sentiva un poco triste, ma non ne capiva il motivo, ogni anno a Natale, ricadeva nelle solite crisi, faceva parte della categoria di persone, che vorrebbero cancellare quel periodo dell’anno.
<<va bhe, in fin dei conti sono solo una decina di giorni, poi mi passerà>> cercava di convincersi che tutto sommato era solo un breve periodo.

giovedì 8 novembre 2018

Giorgio e Letizia 3


<< Bhe, io, sig., Giacomo sto lavorando a quel famoso progetto inerente la gestione del teleriscaldamento.. sono quasi alla fine ma mi ci vorrà ancora un mesetto per verificare che tutto vada bene senza bug nei listati>>
<< Giorgio caro....mi sa che resti solo tu>>
<< Vedi cosa succede quando non si desidera avere uno staff tutto tuo? Ma preferisci lavorare da solo? Adesso come farai? >>
<< E no, signori, io proprio non posso, non posso permettermi di mollare il lavoro inerente i data base della TAG SPA. Lo sapete che devo consegnare tutto prima di Natale>>
<< Balle, cazzo, non me ne frega nulla della Tag, vadano da un’altra parte, molli tutto e te ne occupi tu di sto cazzo di chat>> Le parole del boss evidenziavano sempre di più la sua origine montanara, ed ora come si faceva a contraddirlo?
<< ma io, Giacomo, non so neppure come ci si muove nelle chat room, le ho sempre odiate, sono tutti dei perditempo quelli che le frequentano...>>
<< Signori, la seduta per me è già chiusa, tu Giorgio te ne occuperai, e voi altri vedete di cosa ha bisogno, tu Ale, passa nel mio ufficio, ti devo parlare>>
<<Si, certo, e chissà cosa le vorrà dire...mmhh>> aggiunse a sottovoce Giorgio, più contrariato per quel fatto che per la grana che gli avevano affibbiato.
Saluto’ tutti e si eclisso contrariato....sbattendo la porta in faccia a Betty, che in ogni caso doveva già’ essere al corrente di tutto, non guardo nemmeno se da lassù si vedeva il sole....quella ormai era una giornata di nebbia in tutti i sensi.

Venezia è una città’ fantastica, i suoi palazzi che si affacciano sui canali, le sue piccole piazze, i suoi vicoli. I numerosi turisti che la visitano restano incantati dalla sua bellezza. Ma, viverci non è la stessa cosa; dovrebbero provare i turisti ad andare al lavoro con il motoscafo, ad indossare stivali di gomma con il vestito da sera, a fissarsi appuntamento con gli amici in piazza Smarco e poi non incontrarsi per via della troppa gente che l’affolla....
Letizia amava Venezia, già. Letizia.

Letizia era una stupenda donna di 32 anni, lunghi capelli corvini mossi, magrissima, un viso da bambina caratterizzato da due occhi a mandorla che denotavano un suo probabile avo asiatico.
Letizia amava moltissimo la sua città’ e non l’avrebbe abbandonata per nulla al mondo, quando si sentiva triste amava passeggiare lungo i canali, si fermava ore sopra Rialto a guardar le barche passare oppure curiosava qua e là gli artisti che immortalavano su di una tela le incantevoli bellezze della città’.
Definirla una ragazza attiva era un eufemismo, amava la vita e amava goderla in tutte le sue sfumature; una marea di amici intorno e un lavoro interessante nella bottega del padre. Era bellissimo vederla davanti a quella piccola fiamma azzurra, soffiando il vetro con quella cannuccia, le riuscivano bene i gabbiani in volo....
Non aveva un amore, se ne era sempre voluta star fuori dalle storie sentimentali impegnative, qualche storiella, ma il principe azzurro lo stava ancora aspettando, era cosi presa dal godersi la sua esistenza che probabilmente anche se fosse passato con tanto di cavallo, non l’avrebbe visto....

sabato 3 novembre 2018

Donne che non perdonano - Camilla Lackberg

Ingrid è un’ex giornalista che ha rinunciato alla carriera per il marito e ora scopre che lui la tradisce. Viktoria è scappata dalla Russia, dove rischiava la vita, ma in Svezia ha trovato l’inferno. Birgitta non va neanche dal medico per non mostrare i lividi che le lascia il marito. 

Non si conoscono, eppure possono salvarsi a vicenda. L’importante è prendere una decisione: smettere di essere vittime e diventare delle mantidi.

 


In uscita il 13 novembre 2018
 

Apocalisse Digitale

Sembra che all'orizzonte i prossimi mesi ci sia un nuovo libro di Carrisi. 

Eppure in rete ci sono solo 2 indizi.

Il primo sul sito Amazon il nuovo romanzo "con titolo da definirsi" e senza data Porta solo il prezzo e a scatola chiusa.

Il secondo sul sito di Bookcity Milano delle settimane scorse l'eventuale tema che verrà trattato. Credo che Carrisi voglia presentare lì il suo prossimo lavoro per poi iniziare dal suo sito personale e dagli altri canali la pubblicazione del titolo e quant'altro.

Ecco il testo:

Apocalisse digitale. Donato Carrisi anticipa il suo nuovo thriller ‘filosofico’
Con Donato Carrisi
Il mondo che conoscete è fatto di materia reale o materia digitale? Quello che non sapete è che la distinzione fra i due mondi è sempre più sottile, elusiva e spaventosa. Immaginate un conto alla rovescia. Ogni giorno vedrete sparire per sempre un pezzettino della vostra vita digitale. Un social network. Un motore di ricerca. Perfino la possibilità di farvi un selfie.
Tra presagi, enigmi e sfide, Donato Carrisi vi invita a partecipare a una narrazione collettiva di un’ipotetica apocalisse digitale, invitandovi a scoprire insieme cosa ne sarebbe di voi se l’universo di bit che ci circonda dovesse scomparire e anticipandovi alcuni degli scenari del suo nuovo, attesissimo thriller.

17 novembre 2018
ore 18:00

Giorgio e Letizia 2


<< Buongiorno signori, scusate, ma sapete come sono....e poi il traffico con questa nebbia oggi è davvero congestionato.>>

<< Sì si, va bene, veniamo subito al sodo, c’è un grosso problema da risolvere>>

Al tavolo, insieme a Giorgio, c’erano altre quattro persone oltre al capo, il primo che stava alla destra di Giacomo, era il figlio, il classico figlio di papa’ rincoglionito da Extasi e da video Games, non aveva ancora 20 anni, e se fosse stato per lui, li avrebbe sostituiti tutti, creando uno staff per realizzare videogiochi.

Il secondo, alla sua sinistra, era il tecnico hardware, un uomo di 35 anni, sposato, due bimbe bellissime....sempre immerso in hard disk e schede di rete, un genio nel suo campo, ma si sa, chi dedica troppo tempo al lavoro, in genere trascura la famiglia ed, infatti, si era a conoscenza che avesse dei problemi con la moglie, certamente insoddisfatta della vita coniugale.

Il terzo invece, di poco più spostato, era un giovane acquisto della “famiglia”, arrivò in ditta quasi due anni fa, come consulente, entrando nelle grazie del boss, ed ora era stato assunto in maniera stabile, occupandosi per il momento della parte commerciale, si vociferava che fosse pure un po’ gay, ma si sa, nelle grandi aziende, per mettere a tacere tutto ti devi presentare con la moglie o con una fidanzata, se non avviene, sei alla mercé di tutti i pettegolezzi.

La quarta invece era Alessia, una stupenda donna di 28 anni, la sua bellezza non oscurava la sua intelligenza, non curava molto il suo aspetto, era già molto bella di suo, vestiva elegante, bionda platino con dei lunghi boccoli che le arrivavano al fondoschiena, si occupava anche lei della realizzazione di software, ed era un vero genio, ogni tanto aveva delle trovate incredibili, togliendo le castagne dal fuoco a tutti. Giorgio la temeva e questa competizione faceva sì che non si addormentasse mai sugli allori di un lavoro precedentemente effettuato.
<< Ascoltate signori, siamo nella merda fino al collo>> ecco, comincio cosi il discorso del boss, e i suoi termini e la sua cadenza, denotavano una chiara derivazione provinciale tipica delle valli bresciane.
<< ieri ho parlato con un cliente, un provider della zona, mi è stato chiesto un software specifico da utilizzare nelle chat.>>
<< sapete vero cosa sono le chat?>>
E come potevano non saperlo? Internet ormai era sulla bocca di tutti da almeno due anni, e i telegiornali non facevano altro che parlare della potenziale pericolosità’ delle chat, dagli stati uniti arrivano ogni giorno notizie poco confortanti, sempre più persone, tramite le chat, riuscivano a eludere i sistemi di sicurezza più evoluti, inoltre ogni qualvolta succedeva qualche cosa strana a ragazzini, si incolpavano le chat....per via della pedofilia.
I presenti, si chiesero subito se fosse il boss a non sapere di cosa stavano parlando, ma nessuno oso’ chiederglielo.
<< non solo ha una fretta enorme, ma voglio un lavoro ben fatto, bisogna creare un qualcosa che protegga le reti, ma che allo stesso tempo sia facile da usare, anche il principiante vi deve poter accedere.>>
<< Tu Alessia, a che stai lavorando ora con il tuo staff?>>

venerdì 2 novembre 2018

Giorgio e Letizia 1


Erano anni che Giorgio lavorava nel campo dell'informatica. Fin da piccolo era sempre stato affascinato da qualsiasi cosa avesse un congegno elettrico nel suo interno, s’immaginava gli elettroni scorrere nei dei giocattoli, che nella loro semplicità' costruttiva degli anni 60', riuscivano ad illuminare una lampadina di un aereo, o muovere i cingoli di un carro armato. Sembrava di vederla, la corrente quando scorreva sulle rotaie della pista elettrica o del trenino.


Col tempo, crescendo, la sua passione si rivolse sempre più ai marchingegni elettronici, complessi ma in ogni modo semplici se paragonati alle macchine d’oggi… Erano anni che girava nei mercatini dell'usato alla ricerca di quel ormai famoso gioco del Ping Pong, che per primo avvicino' gli italiani ai Games.



Con una punta di nostalgia, gli capitava spesso di pensare al vecchio commodore64 o al mitico Sinclair, quanti pomeriggi passati davanti ad una televisione in bianco e nero recuperata in soffitta, sentiva ancora il caldo emanato delle sue valvole, chi si sarà mangiato il povero pac man? Saranno riusciti gli alieni dello Space Invaders a colonizzare la terra?



Quante giornate, consumate, sognando davanti ad un monitor, mentre gli amici se ne andavano al lago in compagnia delle loro ragazze… Ormai all'alba del 20" secolo ogni microprocessore non aveva più segreti per lui, ogni software era conosciuto come le proprie tasche, oramai alla soglia dei 30 anni, era ancora là, davanti ad una macchina. Viveva in un bilocale, ex garçonniere di un suo amico che ormai aveva messo la testa a posto e si era sistemato, standosene tranquillo e felice con due pargoli e una moglie deliziosa.

Era situato appena fuori di un ridente paesino, ed aveva un terrazzo con una stupenda vista a lago, dove Giorgio si rifugiava nei momenti di maggior riflessione. Amori non ne aveva avuti molti, e solo uno era stato davvero importante, ma come tutte le belle cose era finito e lui portava dentro di se una grande amarezza, che riaffiorava ciclicamente quando riguardava le foto che la ritraevano nei momenti felici.

Le sue giornate passavano uguali tutti i giorni, lavorava a casa propria per una software house ed era in pratica così immerso nel suo lavoro che questo lo aiutava a non vivere.



1



Giorgio quel giorno non se la sentiva proprio di andare in città, lui il suo lavoro lo svolgeva a casa, ma la sera prima, una telefonata lo aveva avvisato che doveva presentarsi in sede centrale, per lo studio inerente un nuovo software a quanto pare pure poco interessante. Quel martedì, era caratterizzato da un freddo pungente, l’inverno era ormai alle porte e in quella limpida giornata di sole il lago rifletteva le cime innevate delle montagne.

<<No, cavolo, chissà che traffico che trovo. >> questo fu il primo pensiero di Giorgio quando mise il piede fuori dal letto.

La sua stanza era ancora impregnata dal fumo delle sue Marlboro, era andato a dormire tardi la sera precedente, si può affermare che non ci fosse andato affatto....si era addormentato completamente vestito, con il portatile, ormai scarico, sul cuscino. Tempo di una doccia, la barba e un caffè’ ed era già’ in colonna, direzione la città’… Il Cristal Palace, il grattacielo di Brescia, si stagliava, fiero di se stesso sopra la città avvolta nella nebbia, tipica della giornate invernali di cielo sereno.

<< Chissà se da lassù si vede il sole.....noo cavolo, quel maledetto ascensore....

Perché i grandi palazzi non sono forniti anche di scale?>> queste furono le sue prime impressioni, odiava quel palazzo, e sapeva che ogni volta che ci entrava poi ne usciva con delle grane da risolvere...



<< Ciao Giorgio, come va? >> non ebbe il tempo di mettere il naso all’interno che subito fu aggredito dalla voce squillante di Betty, una simpatica ragazza di 20 anni, con il pallino del piercing.

<< Ciao Betty, tutto bene grazie.>> Betty la trovò, sempre più strana, chissà in quali altre parti del corpo si era fatta infilare anelli e orecchini a brillante, visto che già ne aveva tre che le rovinavano, secondo lui, i lineamenti fini del viso da ragazzina.

<< Il boss dov’è?>>

<<E’ in riunione, ma ti stanno aspettando, attento, hanno delle novità’, e non so se ti piaceranno, da come né parlavano...>>

Elisabetta era una ragazza sveglia, ma un po’ troppo impicciona per i gusti di Giorgio. La classica segretaria che non si fa mai gli affari suoi..

<<okkei, avvisali che sto arrivando>>

La sala riunioni era tutta tappezzata da poster inerenti le pubblicità’ di vari applicativi venduti negli anni, tra i quali ne spiccavano alcuni in cui Giorgio ne era stato il promotore. Arredamento abbastanza pesante, che denotava il cattivo gusto del “boss”, una persona di circa 50 anni, abilissimo nel marketing, ma completamente all’oscuro in fatto di software e hardware, probabilmente pensava che un cd ROM fosse in realtà’ un comodo porta tazze, ma nessuno non aveva mai osato chiedergli cosa ne pensava. L’importante era vendere, non importa se era impossibile creare il programma richiesto, prima si stipulava il contratto, poi si pensava alla sua risoluzione....

In mezzo alla stanza, un enorme tavolo rettangolare, con lui, Giacomo, a capotavola.

<<Vieni Giorgio, ti stavamo aspettando, e sei pure in leggero ritardo>>

Il romanzo è una storia d'amore, il racconto è la passione di una notte


Sono le parole di Niccolò Ammaniti contenute nella raccolta di suoi racconti intitolata "Il momento è delicato".

Nei prossimi giorni vorrei pubblicare un racconto di un collega.

Lo farà a puntate e corredato di alcune fotografie. E' un esperimento. Il racconto è di circa 30 pagine, non farò 30 puntate ma vorrei arrivare verso Natale mettendone ogni settimana una parte.

Mi ha colpito la frase di Ammaniti. I romanzi sono molteplici, i racconti molto meno ma per questo non così intensi. Anzi. Auguro a chi legga le parole scritte dal collega Roberto di provare almeno una piccola parte della passione di cui parla Niccolò Ammaniti.

Buona lettura!

Colui che raccontò la grazia

Dedico volentieri questo post alla pubblicazione di questo libro edito da Cittadella. Il libro del collega e amico Mauro che aiuta a ...