Mi appresto a leggere l'ultimo libro delle cronache di Narnia e mi accorgo che avrà a che fare con l'ultimo libro della bibbia, l'Apocalisse.
L'inizio è come al solito fresco di fantasia e creatività. Lewis ci aiuta a trattare di temi teologici alti attraverso la fantasia. Pone uno scimmione di nome Cambio in combutta con un asino di nome Enigma. E la battaglia ha inizio. Come del resto fa l'Apocalisse non ci spiega per filo e per segno come sarà la cosiddetta fine del mondo. Non ci spiega come sarà la fine ma tenta di spiegare il fine. Ho appena iniziato a leggere ma mi sto accorgendo che ogni simbolo o immagine nel libro di Narnia è come un cartello stradale che rimanda a qualcosa di più grande. Abbiamo bisogno di immagini e simboli per poter esprimere qualcosa circa la fine del mondo, anzi circa l'escatologia.
Come ho fatto con gli altri libri cercherò di dare qualche linea di lettura e qualche parola chiave che aiuti a gustare la lettura. Sembrava un libro per bambi e si è rivelato un libro non solo per i bambini ma anche per gli adulti. Un libro che narra di avventure a Narnia e parla di escatologiaè forte. Cercherò di non perdermi in questa avventura dove l'esercito del bene combatte contro il male. Se farò altre scoperte sarò felice di condividerle. Per ora mi limito a dare un assaggio.
Negli ultimi tempi di Narnia, nei pressi della grande cascata a ovest della Landa della Lanterna, viveva una scimmia di dimensioni gigantesche. Era così decrepita e incartapecorita che ormai nessuno ricordava più quando fosse comparsa per la prima volta nella regione. Era uno degli esseri più intelligenti e allo stesso tempo più malvagi che si potessero immaginare. Viveva su una grande quercia, in una piccola capanna con il tetto di foglie e le pareti di legno, costruita sulla biforcazione di due rami enormi. Il suo nome era Cambio. Il bosco era praticamente deserto e gli uomini, gli ani-mali parlanti o i nani che lo avessero scelto come dimora si contavano sul-la punta delle dita, ma Cambio un amico ce l'aveva: un asino di nome E-nigma che viveva poco lontano. Sostenevano entrambi di essere amici per la pelle, ma da come andavano le cose si aveva l'impressione che Enigma fosse il servo di Cambio più che il suo migliore amico. A Enigma, infatti, toccavano tutte le fatiche: quando andavano insieme al fiume, Cambio por-tava le borracce ma era Enigma che le riportava indietro piene d'acqua. Quando bisognava scendere in città per acquisti, toccava a Enigma farsi tutta quella strada e tornare con le borse strabocchevoli di mercanzia. E i cibi più gustosi che Enigma riportava dalla spesa venivano puntualmente divorati dallo scimmione, il quale commentava: — Il fatto è che io non posso mangiare erba e bacche come fai tu, quindi sono costretto a nutrirmi di altre cose.
(estratto dal primo capitolo)
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