lunedì 19 giugno 2017

Ri-leggere partendo da zero

Non rileggo mai un libro che ho comprato o che mi hanno regalato. Forse è giunto il momento di farlo. Non lo rileggo perché ho la presunzione di ricordare tutto, di sapere già tutto. E invece no.
Mi accorgo già dalle prime pagine che non ricordo nulla. Anzi, faccio delle nuove scoperte. Pensavo di ricordare...

Un libro che uscirà in una nuova edizione tra un mese. Un libro di un autore che amo. Paolo Curtaz. Il titolo? Gesù zero.
A suo tempo ricordo solo che era uno di quei libri che ti fa respirare, ti fa sentire che la riflessione non è mai finita.

E poi...
Ad Arona ieri in una chiesa ho incontrato con Lisa un prete "burocrate" che parlava di, ma parlava di sè stesso e rendeva attuali le parole del mio professore di liturgia che diceva che alcuni sacerdoti (non quelli bravi ovviamente) danno sfoggio del loro io durante la predica ricordando date e fatti e nomi e nel momento clou fanno Speedy Gonzales fino alla fine della celebrazione senza dare tempi di silenzio e spazi di riflessione.

Eh no! C'è qualcosa che non funziona. Si deve partire da zero. Appunto.
Perché ogni volta che siamo in giro per il mondo (Italia) ci capita di incontrare molti sacerdoti e chiese vecchie. Non vecchie perché antiche ma vecchie tanto perché sanno di morte non di resurrezione. Canti e parole non antiche e sagge ma vecchie.

E gli unici gesti che mi vengono sono gli sbadigli e inclinare il mio braccio per vedere che ore sono.
Chi incontro? Cosa incontro? Dove stiamo andando? Si tratta di cambiare tutto?

Non credo.
Ci si deve impegnarsi a mediatore una Parola che non è nostra. Ci si deve impegnarsi a mettersi da parte e mettere al primo posto qualcun'altro. Ci si deve impegnare a far avvicinare chiunque al mistero, ad una Presenza. Piccoli, anziani, malati, giovani e meno giovani.

Zero, si riparte dall'inizio.

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