Avevo letto qualche anno fa il secondo libro di Dicker e l'avevo divorato in pochi giorni. Joel scrive molto bene e sa mettere suspance dentro la testa e il cuore del lettore.
In questo nuovo libro ho ritrovato lo stesso stile ma ho fatto fatica all'inizio. L'ho letto in queste vacanze ma in modo molto frammentario. Forse è stato questo modo altalenante di lettura che mi ha fatto perdere il filo del discorso.
In questo nuovo romanzo Dicker parla di una tragedia fin dall'inizio e il lettore è accompagnato fino alle ultime pagine per scoprire cosa è successo.
E' il secondo libro perché il primo pubblicato dall'autore si intitola: "Gli ultimi giorni dei nostri padri" che ho iniziato. A chi piace un racconto non troppo impegnativo è una goduria.
Concludo con una citazione che mi ha colpito